venerdì 22 febbraio 2013

La deriva dei giovani



"E continuano a cercare qualche cosa che non c'è,
una vita di successo da comprare e vendere.
Giovani crescono, ma non si trovano,
cos'è sorridere? Non lo ricordano..
costretti a esprimere emozioni in formato gotico.."

Queste citazioni del grande Totonno sono emblematiche del momento in cui si trovano i giovani, vale a dire le generazioni che rappresentano il futuro e che si troveranno a gestire (e cercare di risolvere) i problemi (enormi) che la società attuale sta lasciando loro in eredità.
Il loro futuro si preannuncia grigio, duro, molto duro.

Dei giovani non si parla mai
Sono un peso, una zavorra per il Mercato, che vuole i suoi interessi e non ha tempo (e soldi) per soffermarsi sull'educazione, sulla formazione, sulla professionalizzazione dei nuovi arrivati. Il tutto e subito non ha risorse da sprecare (si noti bene che sarebbe investire) sul futuro.
D'altro canto la scuola, colei che dovrebbe educare, formare e preparare al lavoro, è succube e vittima del Mercato. Crea piccoli marines, addestra a non replicare, ma a sopportare, a umiliarsi, a fare senza mettere in discussione.
All'asilo non si "insegna" più a giocare. Anzi, si insegna a contare e studiare già a bambini di 4 o 5 anni. 
Bambini che le famiglie non hanno più tempo di accudire e far crescere, visti gli interessi professionali e gli impegni; bambini che stanno all'asilo come un impiegato sta in ufficio. 
Potrebbero prendere uno stipendio e tutto sarebbe al bacio.
Ma allora perchè le famiglie fanno un figlio? Perchè fa figo?
La domanda è vile, decisamente bastarda (come d'altronde è la sorte dei bambini della società del Mercato del giorno d'oggi). 
In realtà credo che rimangano nella maggior parte dei casi il coronamento di un rapporto e l'inizio di un nuovo percorso.
Quello che non esiste più, dissolto dalla smania di emancipazione (femminile) e di progresso è il concetto di educazione.
I bambini sono sballottati come pacchi fin da piccoli (dai nonni, dalle baby sitter) e crescono ai margini della società, anzichè come perni. I genitori sono fieri di "liberarsene", abbandonandoli al loro destino all'asilo, alla scuola, al loro lavoro, e persino nei baby club dei villaggi vacanze (già, pure in vacanza si trovano impegni a cui non si può rinunciare).

E l'alcolismo, la droga, il sesso, escono prepotenti.
Chiaro, come potrebbero non interessare la vita di piccoli naufraghi alla deriva in un mondo più grande di loro?
Le pressioni a cui sono esposti i giovani di oggi sono enormi. Così come la solitudine e la mancanza di supporto. 
Gli sfoghi escono principalmente durante il periodo dell'adolescenza, quando la smania di imitare e voler appartenere alla società degli adulti (che li ripudia, li tradisce e li ignora) prendono il sopravvento. In questo periodo nelle scuole, nelle prime uscite pomeridiane e serali iniziano a uscire i primi sintomi del disagio: sigarette, alcool, rapporti sessuali.
Il tutto tra l'indifferenza generale, ove la realtà cerca di essere contrastata da qualche legge fasulla e facilmente raggirabile (il divieto di vendere sigarette e alcool ai minori, l'obbligo di uso nelle macchinette della tessera sanitaria).

Insomma il problema viene trattato, ma dalla parte sbagliata.
Non a monte, sulle cause, sul perchè, ma sul come arginarlo.
Bhè, così è chiaramente più semplice liberarsi la coscienza e fingere che la realtà non sia così catastrofica.
La crescita successiva, il prologo, vede i nuovi "vecchi" giovani di fronte al Mercato e alla società costruita su di esso. I reduci di una guerra che già ha distrutto numerose personalità 
(con il primo rapporto sessuale in alcuni casi alle elementari), polmoni e fegati, si trovano al cospetto della constatazione dell'impossibilità di emanciparsi, di costruire il proprio futuro, di coltivare i propri sogni.
Qui sesso, droga e alcool sono "aiutati" da psicofarmaci, ansiolitici, antidepressivi, Psichiatri e psicologi cercano di arginare la situazione, di curare casi impossibili, bulli della peggior specie, disastrati senza arte ne parte.

Uno scenario da incubo. Lo scenario del progresso.
Questo è quello che stiamo coltivando e offrendo ai nostri figli.
Un esame di coscienza, un piccolo esame di coscienza, dovrebbe farci capire l'immoralità e il non futuro del nostro sistema.
Dovrebbe farci capire che i giovani sono il futuro, non un peso. Sono la cosa più bella, non una zavorra.
Guardare un giovane è, e deve essere, una goduria, una soddisfazione. Ora gli occhi di un giovane sono un peso morale di un'infanzia bruciata in nome di un fine irrealizzabile e autodistruttivo.
Riflettere e cambiare devono diventare gli imperativi.
Tornare a gioire e giocare con i bambini, tenerli in famiglia il più possibile, diminuire gli orari di scuola e asilo, lavorare meno, insegnargli come si vive (se ancora si è capaci di vivere), i valori, che le droghe e l'acool sono uguali a morte, che il sesso va vissuto con i passi giusti (secondo coscienza e non per dimostrare qualcosa), che la moda è la finzione, di non seguire sempre e solo la massa, che il futuro è una meraviglia, che la vita è una meraviglia, che la natura è una meraviglia, che gli animali sono come noi, che le piante ci nutrono, che i fiori e le api sono la vita.
Questo bisogna tornare a fare. 
Sembra difficilissimo, in realtà è la cosa più naturale che ci sia.

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