giovedì 14 marzo 2013

Il 14 marzo: la giornata internazionale della salvaguardia dei fiumi e della lotta contro le grandi dighe



Dal 1998, il 14 marzo è divenuto in tutto il mondo sinonimo di impegno a favore della salvaguardia dei fiumi e della lotta contro le grandi dighe.
Il tutto a seguito della proposta nel 1997, giunta in conclusione della Conferenza Internazionale che ha visto riuniti a Curitiba in Brasile rappresentanti delle popolazioni che in tutto il mondo subiscono gli effetti della costruzione di grandi dighe. 
La "Dichiarazione di Curitiba" sottoscritta in quell'occasione rivendica il diritto alla vita e alla salute delle persone, chiedendo di fermare la costruzione di nuove grandi dighe e di risolvere i gravi problemi sociali, ambientali ed economici che ne derivano.
Come dice la dichiarazione di Curitiba le dighe ovunque costringono le persone a lasciare le loro case, sommergono terre coltivabili fertili, foreste e luoghi sacri, distruggono riserve ittiche e di acqua pulita, provocano disintegrazione sociale e culturale ed impoveriscono le comunità. Le dighe sono quasi sempre costate più di quanto era stato previsto, anche senza considerare i costi sociali e ambientali. Le dighe hanno prodotto meno energia elettrica ed irrigato meno terra di quanto promesso. Hanno provocato, invece di limitarle, inondazioni anche più distruttive. Le dighe hanno portato benefici ai latifondisti, alle multinazionali dell'agroindustria ed agli speculatori. Hanno sottratto proprietà ai piccoli contadini, ai lavoratori rurali, ai pescatori, alle comunità tribali, indigene e tradizionali. 


La diga di Yacyretà


La costruzione della diga sul fiume Paranà, al confine tra Argentina e Paraguay, venne decisa nel 1973, con il Trattato di Yacyretà, firmato dal Presidente Peron e dal dittatore paraguaiano Stroessner.
Lo scopo era quello di produrre energia elettrica per l'Argentina, che avrebbe pagato le spese della costruzione e guidato il progetto garantendo i prestiti internazionali.
A causa dell'aumento dei costi di costruzioe Yacyretà è stata definita dall'attuale Presidente Carlos Menem come "un monumento alla corruzione".
La popolazione locale, rappresentata dalla Organizzazione Non Governativa Sobrevivencia ha 
presentato nel 1996 un ricorso all'Inspection Panel della Banca Mondiale. Nel ricorso si denuncia la violazione di politiche e linee guida della Banca Mondiale in tema di reinsediamento, valutazione di impatto ambientale, popolazioni indigene, supervisione dei progetti, valutazione e monitoraggio.
Secondo le stime iniziali della Banca Mondiale circa 10.400 famiglie si sarebbero dovute trasferire altrove. Il riempimento totale del bacino della diga di Yacyretà coinvolgerà soprattutto la popolazione urbana che vive nella pianeggiante area di Encarnaciòn (la seconda città del Paraguay con 55.000 abitanti) e in quella simile di Posadas (la capitale della provincia argentina di Misiones, 220.000 abitanti).


La diga di Katse


In Sud Africa, il Lesotho Highlands Water Project (LHWP) è un progetto nel complesso prevede 5 dighe, 200 km. di tunnel che attraversano le montagne Maluti e un impianto per la produzione idroelettrica da 72 MW che fornirà energia al Lesotho. Lo scopo principale del progetto è quello di fornire acqua alla provincia sudafricana del Guateng dai fiumi Malibamatso e Senqunyane, affluenti del grande Orange che arriva al mare Atlantico dopo aver percorso il confine tra Sud Africa e Angola.
La Banca Mondiale (110 milioni di dollari per la fase 1A, 120 milioni per la fase 1B) è stata il catalizzatore della cooperazione tra i due paesi e dei finanziamenti internazionali di: Banca Africana per lo Sviluppo (50 milioni USD), Fondo Europeo per lo Sviluppo (57 milioni USD), Banca Sudafricana per lo Sviluppo (230 milioni USD). 
Attualmente è stata completata la prima diga, quella di Katse, alta 185 mt. e il condotto di 48 km. per il trasporto dell'acqua all'impianto idroelettrico di Muela, mentre stanno iniziando i lavori per la diga di Mohale, alta 55 mt che porterà acqua al bacino di Katse con un tunnel di 16 km.
Per il progetto non sono avvenute consultazioni con le popolazioni locali, né al momento della stipula del trattato tra Sud Africa e Lesotho (1986), né durante tutto lo sviluppo successivo del progetto, nonostante si tratti di un'opera molto più recente delle precedenti, e che le strutture ingegneristiche e di servizi siano all'avanguardia.
La popolazione coinvolte delle costruzioni è quella dei Basotho. L'area in cui è stata costruita la prima diga, quella di Katse, è una zona di alta montagna (tutto il Lesotho, grande come il Belgio, si trova al di sopra dei mille metri di altezza) in cui vive la popolazione Basotho, 24 mila persone nell'area di Katse. L'economia locale è basata sull'agricoltura di sussistenza e la pastorizia nomade. La produzione locale veniva integrata dalle rimesse degli emigrati stagionali in Sud Africa I contatti con popolazioni esterne alle Highlands erano poco frequenti.
A Katse i costi dell'acqua per il Sud Africa stanno diventando così alti da risultare insostenibili per gli utenti: una gestione razionale delle risorse e la riduzione degli sprechi renderebbe inutile la diga già costruita, e ancor più le nuove quattro previste. 
Se partiamo dal presupposto che lo sviluppo sostenibile deve essere decentrato e bilanciato secondo le esigenze di ciascun paese, le grandi dighe sono proprio tra i progetti che vanno  rimessi in discussione alla radice. 


La diga di Chixoy


Il Progetto Idroelettrico Chixoy venne sviluppato nel periodo della dittatura militare in Guatemala e della spietata guerra civile che vide di fronte i militari ed i movimenti di opposizione armata.
La costruzione della diga risentì fortemente della guerra e della politica di "reinsediamento forzato" attuata dalla giunta militare per controllare la guerriglia nelle zone interne del paese, con "villaggi modello" militarizzati. Quasi 400 persone vennero uccise in scontri avvenuti in prossimità del cantiere della diga.
La spesa iniziale prevista era di 270 milioni di US$ ma, dopo il terremoto del 1976 che bloccò per 15 mesi la costruzione della diga, salì a 800 milioni, con importanti cambiamenti nel progetto, poiché la sismicità non era stata correttamente valutata.
Delle tre dighe in programma, la prima rimase poi la sola costruita. I principali problemi rilevati nella fase di pianificazione sono stati: la mancata valutazione della sismicità nell'area, l'errata valutazione dei costi, in seguito aumentati del 300% per la sola fase costruttiva, la mancata valutazione dell'impatto ambientale nell'area e a valle della digada parte del Consorcio Lami. Soprattutto però il progetto ignorò completamente le persone spostate dalla diga, che non vennero consultate né informate.
La diga di Chixoy è stata costruita nell'area dove viveva da secoli il gruppo indigeno dei Maya Achì. Alla fine degli anni settanta, quando venne progettata la diga, la comunità contava circa 500 persone.

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