martedì 19 marzo 2013

"L'altro costruire" (II parte): il massone o bauge



Il massone e bauge è un sistema costruttivo impiegato per erigere murature portanti con un impasto plastico di terra e paglia, che viene eseguito sul sito e poi impilato o gettato in modo da costituire una murature spessa, modellata a mano senza casseforme.
Spesso l’esecutore sta in piedi sul muro e compatta l’impasto con i piedi. La superficie viene poi parificata e raddrizzata tagliando eventuali parti in eccesso.
E’ questa tecnica che sono stati realizzati palazzi in Yemen che arrivano talvolta fino a trenta metri d’altezza. In Europa troviamo edifici in massone nel Devon inglese, in Germania nella regione di Lipsia e Weimar e nella Normandia e Bretagna francese. In Italia gli unici esempi di questa tecnica si trovano concentrati nell’entroterra della costa adriatica, nelle Marche e nell’Abruzzo.


Preparazione, messa in opera, finiture

Nella preparazione tradizionale dell’impasto la terra viene mescolata con acqua manualmente (o calpestandola) fino a raggiungere una consistenza omogenea plastico-liquida. A questo punto è aggiunta la paglia a fibre lunghe, che viene mescolata e impastata a freddo. L’impasto così ottenuto viene lasciato poi riposare qualche ora prima dell’uso. Attualmente è possibile anche preparare questa pasta plastica lavorando la terra e la paglia con le “ruote” di una piccola motozappa o di un trattore, o anche con grandi miscelatori planetari ad asse verticale.

La messa in opera consiste nel recupero dell’impasto, accatastato in “pani” o raccolto direttamente con un forcone, e nella sua gettata sul basamento, badando a compattare le diverse gettate tra loro e a distribuirle in modo da raggiungere lo spessore voluto del muro. Si procede dunque impilando l’impasto a 45% (riferito a paglia) fino a raggiungere uno strato di circa 60 cm e poi si avanza sempre a 45% lungo tutto il perimetro, in modo da ottenere uno strato continuo della stessa altezza. Le dimensioni del muro e delle aperture sono modellate senza l’aiuto di casseforme. Una volta completato il perimetro, si parificano i muri tagliando le parti di troppo con un apposito strumento, una pala piatta che è usata in verticale così da rifilare (rifare il filo) la superficie del muro. Prima di procedere con altri corsi è necessario attendere l’essiccamento dello strato sottostante.
La tecnica può variare da regione a regione: spesso l’impasto viene estratto e poi lavorato a mano quasi come il pane, aggiungendo altra paglia ed eseguendo “pagnotte”, “massoni”, o “maltoni” che vengono poi gettati a chi sta sopra il muro per compattarli; a volte gli stati divisori di paglia si leggono ancora nella texture degli edifici abruzzesi. Altre volte invece l’impasto viene semplicemente trasportato direttamente con il forcone dal luogo di lavorazione al muro, come avviene in Francia. Recentemente in Bretagna un’impresa (Guillorel a LE Lou du Lac) sta producendo con lo stesso impasto blocchi e setti di muro prefabbricati adatti sia al restauro sia alla costruzione di nuovi edifici in bauge.

Il periodo di messa in opera va da aprile ai primi di settembre
L’essiccamento può provocare spesso dei ritiri, soprattutto se l’impasto contiene poche fibre, è molto argilloso o durante l’applicazione non è stato steso in modo omogeneo.
I ritiri comportano un assestamento generale del corso del muro e anche per questo è necessario prima di continuare a gettare in altezza attendere che il corso sottostante si sia consolidato.

Per le finiture, essendo la parete eseguita in modo grossolano senza casseforme, è necessario inizialmente garantire che le pareti siano perfettamente verticali e contrastare la tendenza allo spanciamento dei muri colpendo la parete ai lati durante la realizzazione. Dopo l’essicazione è possibile anche tagliare dall’alto con una pala piatta e affilata la parti sporgenti del muro, rifilandolo. 
Viene poi eseguito un primo intonaco in terra, sabbia e paglia che serve a pareggiare la superficie. Su questa base è possibile eseguire intonaci di finitura a base di terra e sabbia in interni o di calce in esterni. I tempi di messa dipendono molto dalle condizioni del lavoro (l’altezza alla quale si lavora e la stagione), della struttura e della concezione dell’edificio, nonché dalle attrezzature utilizzate e dal numero di operai. Per il sistema tradizionale si possono calcolare attorno alle 6 ore per metro quadro (il calcolo è fatto per la produzione e la messa in opera dell’impasto su uno spessore di circa 50 cm).

Il bauge è adatto alla realizzazione di pareti portanti interne ed esterne. Per la capacità di accumulo termico e di regolazione dell’umidità dell’impasto è preferibile utilizzarlo negli interni in regioni calde, o per pareti di accumulo dietro una serra. In questo particolare sistema di costruzione è adatto all’esecuzione di pareti curve e organiche ed è anche idoneo per la realizzazione di pareti interne di tamponamento meno spesse, dalle dimensioni variabili e dotate anche di nicchie.


Osservazioni

Il bauge è una tecnica complessa che permette di non utilizzare legname nè per la struttura, né per i casseri o le casseforme dei blocchi
La gettata in opera delle murature senza guide lignee permette inoltre di ottenere qualsiasi forma del perimetro (in particolare le curvature) e di controllare lo spessore dei muri facilitando l’esecuzione di pareti rastremate verso l’alto.
L’uso di un impasto plastico, e dunque molto ricco d’acqua, su grandi spessori comporta però dei lunghi tempi di essiccamento e notevoli fenomeni di ritiro.


La (ri)scoperta del bauge nel mondo


Sono forse proprio queste le ragioni che questa tecnica sia oggi poco studiata in Europa e abbia conosciuto poche innovazioni. Rispetto alle tecniche di restauro usate in Normandia l’Associazione Biomasse Normandie aveva proposto l’uso delle intonacatrici a spruzzo per riprendere l’intonacazione di facciata, e ora il CAUE del La Manche offre un servizio di consulenza per il recupero, proponendo tra l’altro speciali intonaci di terra e calce aerea e corsi specifici per la formazione di muratori specializzati nel restauro di questi edifici. 
In Bretagna l’imprenditore Guillorel si occupa da anni di recupero e attualmente esegue blocchi di impasto preessicato e interi setti che risistema con una gru, secondo la tecnica del “cuci e scuci” per sostituire parti di muro gravemente danneggiate, o per costruire ex-novo ampliamenti di edifici esistenti. Pur offrendo notevoli vantaggi pratici, questi blocchi non hanno però l’aspetto plastico e la morbidezza propria del bauge e quindi costituiscono un sistema di blocchi alleggeriti. 
In Inghilterra e in America (Oregon) sono invece rispettate proprio le qualità specifiche di questo sistema costruttivo, ossia la plasticità e la libertà progettuale, che permettono di curvature e giochi di volumi e rastremature. Il buage torna dunque a essere utilizzato anche per le nuove costruzioni, specialmente nei progetti nei quali si richiede alle murature stesse di svolgere una forte funzione “etica ed estetica”, che caratterizzi l’edificio e garantisca il benessere degli abitanti.

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