giovedì 5 dicembre 2013

Oltre la "dieta" del benessere (I° parte): The China Study e T. Colin Campbell


Lo Studio Cina (in inglese The China Study) è uno dei più vasti studi epidemiologici mai compiuti al mondo e la più completa indagine sul rapporto tra alimentazione, condizioni ambientali, tradizioni sociali e malattie mai intrapresa in Cina.
Lo studio è stato diviso in due fasi distinte e separate: una prima indagine ha avuto inizio nel 1983, una seconda indagine è stata intrapresa nel 1989. La disponibilità di dati affidabili su malattia e mortalità forniti dal governo cinese e la presenza di una popolazione stabile con caratteristiche alimentari molto diverse ha reso la Cina un laboratorio vivente ideale per studiare l’impatto di diversi tipi di alimentazione su malattia e mortalità.
I ricercatori del progetto hanno osservato come malattia coronarica, ictus e ipertensione, cancro della mammella, della prostata e del polmone, diabete e osteoporosi, principali responsabili di morti premature nei paesi occidentali, in Cina, dove il consumo di prodotti animali era fino a poco tempo fa molto scarso, avevano bassa incidenza, confermando la relazione tra questa classe di patologie e l'assunzione di cibi animali, a sua volta collegata al livello di sviluppo economico. L'evidenza scientifica emersa dallo Studio Cina suggerisce che la concezione occidentale di dieta sia da rivedere radicalmente, e che un'alimentazione basata sui vegetali, come la dieta tradizionale cinese, può offrire molti vantaggi per la salute.
Nel 2005 è stato pubblicato il libro omonimo The China Study, basato sui risultati del Progetto Cina, nel quale l'autore, il dottor T. Colin Campbell, responsabile della ricerca e direttore USA dello Studio Cina, esamina la relazione tra cibo e malattie cardiovascolari, cancro e diabete e la possibilità di ridurre il rischio di contrarre queste patologie o arrestare e invertire un loro sviluppo in corso attraverso l'alimentazione.


Qualche risultato concreto

I ricercatori del progetto hanno definito polmonite, tubercolosi, malattie infettive, parassitosi, eclampsia, cancro dello stomaco e del fegato come Malattie della povertàmentre malattia coronarica, ictus e ipertensione, cancro della mammella, della prostata e del polmone, diabete e osteoporosi sono state definite Malattie dell'abbondanza. Queste ultime sono le principali responsabili di morti premature nei paesi occidentali, mentre lo studio ha rilevato che in Cina avevano bassa incidenza, confermando la relazione tra questa classe di patologie e l'assunzione di cibi animali (grassi e proteine in primis), a sua volta collegata al livello di sviluppo economico. 
Le malattie dell'abbondanza risultarono infatti essere più diffuse tra la popolazione cinese benestante residente nei pressi delle grandi città come Nanchino, Pechino e Shanghai, che seguiva una dieta ricca di cibi animali e povera di cibi vegetali. 
L'assunzione di anche solo piccole quantità di prodotti animali risultò in grado di aumentare significativamente i rischi di malattia coronarica, cancro e diabete, mentre è stato osservato che maggiore era la percentuale di prodotti vegetali assunti, minore era il rischio di essere soggetti alle stesse malattie.
L'evidenza scientifica emersa dallo Studio Cina suggerisce che la concezione occidentale di dieta sia da rivedere radicalmente, e che un'alimentazione basata sui vegetali, come la dieta tradizionale cinese, può offrire molti vantaggi per la salute: i dati emersi dallo studio hanno infatti evidenziato come la dieta della maggior parte dei cinesi che vivevano in zone rurali comprendeva solo 4 grammi di proteine animali al giorno, contro i 71 grammi della dieta occidentale. 
Lo Studio Cina permette anche di comprendere come l'influenza dell'alimentazione occidentale potrà incidere sulla salute della popolazione cinese. Al termine dello studio, il dottor T. Colin Campbell e i suoi colleghi cinesi, hanno avvisato i responsabili delle politiche della Cina e la Banca Mondiale di non incoraggiare la crescita dell’industria del bestiame.

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