mercoledì 19 aprile 2017

i Cinque Riti Tibetani, elisir di eterna giovinezza!

I Cinque Tibetani o Cinque Riti Tibetani sono una serie di semplici asana, note anche come rituali per conservare l'eterna giovinezza. Aiutano a mantenere il corpo agile e flessibile, con un effetto benefico anche sulla mente.
Esse aiutano ad attivare l'energia vitale ed è consigliato praticarli al mattino (magari insieme al Saluto al sole -> vedi il post precedente).
Per eseguire gli esercizi occorre solo un pò di spazio e un materassino da palestra. Altrimenti si possono eseguire anche su pavimento nudo.
La tradizione tibetana richiede di ripetere ogni rito per 21 volte ma si può cominciare con più calma, ad esempio con 3 o 4 ripetizioni per ogni rito, facendo molta attenzione ad assumere le posizioni richieste in modo corretto e a compiere movimenti fluidi.
Fondamentale è anche la corretta respirazione durante le asana. Questa verrà spiegata dettagliatamente rito per rito appena sotto.

Primo Rito Tibetano


In piedi, braccia larghe, palme rivolte verso il basso, ruotare su se stessi in senso orario, in modo che il braccio sinistro ruoti verso destra (senso orario).
Secondo la tradizione, ruotare in senso orario aiuta il fluire dell'energia attraverso i chakra.
E' bene partire cauti e l'esercizio può portare perdite di equilibrio, nausea,..perciò è meglio iniziare con 3-4 rotazioni.

Secondo Rito Tibetano


Distesi a terra, supini, braccia lungo i fianchi, sollevare contemporaneamente le gambe a 90 gradi rispetto al busto (piedi flessi a martello) e la testa verso il petto. Spalle, schiena e bacino rimangono a contatto con il suolo. Inspirare durante la flessione ed espirare nella fase di distensione.


Terzo Rito Tibetano


In ginocchio, mani posizionate sui glutei, piedi in appoggio sulle dita flesse e in contatto con il suolo, testa appoggiata sullo sterno. Inarcare all'indietro testa, spalle e il tratto toracico della schiena. Inspirare quando si inarca ed espirare mentre si ritorna alla posizione di partenza. Durante il rito mantenere rilassate le mascelle.
Ustrasana (questo è il nome dell'asana) potenzia i muscoli della schiena, migliora la flessibilità della colonna vertebrale e la postura, oltre a garantire un massaggio benefico per gli organi addominali.


Quarto Rito Tibetano


Seduti, gambe distese e piedi larghi quanto le anche; tronco eretto, mento che tocca lo sterno e palme appoggiate a terra con le dita in avanti, piegare le ginocchia, sollevare il bacino e rovesciare indietro la testa, inspirando si sale ed espirando si torna alla posizione di partenza.
La posizione aiuta a rafforzare gambe e braccia.


Quinto Rito Tibetano


Proni, bacino e arti sfiorano terra, testa eretta, palme delle mani appoggiate a terra larghe quanto le spalle e piedi appoggiati sulle dita flesse larghe quanto le anche, sollevare il bacino, espirando. Inspirare tornando alla posizione di partenza.
Questa asana rafforza braccia e gambe, allevia lo stress e dona una sferzata di energia a tutto il corpo.


mercoledì 12 aprile 2017

La magia del Saluto al sole (Surya Namaskara)


Il Saluto al sole (in sanscrito Surya Namaskara), è una serie di asana di Hatha Yoga. 
Deriva dal sanscrito "surya" che significa "sole", e "namaskara" che significa "saluto".
Il saluto al sole viene generalmente eseguito al mattino, al sorgere del sole, per captare, assimilare e distribuire a tutto il corpo l'energia solare.


La sequenza

La sequenza viene realizzata in modo completo insieme all'ausilio di pranayama (esercizi respiratori), mantra (suoni vocali), mudra (gestualità simbolica) e con particolare attenzione ai chakra (centri energetici del corpo umano).
Un intero ciclo del saluto al sole si compone di due sequenze. La prima viene eseguita portando in avanti il piede destro mentre nella seconda si porta in avanti il piede sinistro.


Più precisamente le posizioni sono:
1 Pranamasana -> posizione della preghiera (espirazione)
2 Hasta uttanasana -> posizione delle mani sollevate (inspirazione)
3 Padahastasana -> posizione delle mani ai piedi (espirazione)
4 Ashwa sanchalanasana -> posizione equestre (inspirazione)
5 Adho mukha svanasana -> posizione del cane che guarda indietro (espirazione)
6 Ashtanga namaskara  -> saluto con gli otto arti del corpo (sospensione)
7 Bhujangasana -> posizione del serpente o del cobra (inspirazione)
8 Adho mukha svanasana  -> posizione del cane che guarda indietro (espirazione)
9 Ashwa sanchalanasana -> posizione equestre (inspirazione)
10 Padahastasana -> posizione delle mani ai piedi (espirazione)
11 Hasta uttanasana -> posizione delle mani sollevate (inspirazione)
12 Pranamasana -> posizione della preghiera (espirazione)

I movimenti vengono coordinati con la respirazione. I movimenti di passaggio da un'asana all'altra dovrebbero risultare fluidi. La posizione di appoggio delle mani, nelle fasi che lo richiedono, non dovrebbe mai cambiare dall'inizio alla fine della sequenza. 
All'inizio e alla fine del saluto ci si dovrebbe ritrovare nella stessa posizione.
Dato che i movimenti del Saluto al Sole seguono il respiro di chi lo pratica, non esiste una velocità standard di esecuzione. La pratica del Saluto al Sole potrebbe risultare più rapida o più lenta tra le persone di uno stesso gruppo durante una lezione di Yoga.


I benefici

Il Saluto al Sole ha un effetto tonificante ed energizzante sul nostro corpo. 
Permette di migliorare flessibilità e agilità, favorisce la digestione, rafforza le ossa, migliora postura e equilibrio, aiuta a perdere peso, migliora la circolazione del sangue, aiuta a disintossicarsi, ringiovanisce il corpo, favorisce, allevia lo stress.

lunedì 3 aprile 2017

Orto permaculturale da zero senza zappa? Possibile (III° parte): la manutenzione e i macerati

La "manutenzione" dell'orto è in realtà la parte meno stressante e più piacevole.
Dapprima, dopo la semina, occorrerà semplicemente bagnare ogni tanto i bancali ed estirpare le infestanti ai lati dei bancali stessi.
Dopo la crescita delle piante seminate occorrerà invece procedere con la legatura, se necessaria, è cioè nel caso di legumi e solenacee, oppure con la sarchiatura o il rincalzo, per varietà come sedano, finocchio, invidie.
Circa l'irrigazione è importante effettuarla al mattino presto o al tramonto, per favorire il miglior assorbimento del terreno e ridurre l'evaporazione.
Fondamentale, per un orto sano e vigoroso, oltre alle consociazioni e alla fertilità del terreno, è l'uso dei macerati.
Quelli che uso personalmente sono il macerato di ortica e il macerato di equiseto.
Entrambi hanno materie prime facilmente reperibili, presenti in zone umide, scarpate, nelle bordure dei campi, etc.


Il macerato di ortica


Il macerato di ortica può essere utilizzato sia come antiparassitario, che come fertilizzante, grazie all’elevata quantità di sali minerali, azoto, ferro e vitamine. 
Esso stimola lo sviluppo delle piante
La sua funzione dipende dalle dosi: più puro per la funzione antiparassitaria, più diluito per quella fertilizzante.
Nella preparazione del macerato è la pianta intera ad essere utilizzata, sia fresca che essiccata, eccetto le radici. 
Nel caso in cui si prepari con ortica fresca, questa va raccolta prima della fioritura.
La proporzione per il macerato con la pianta fresca è 10 chili di ortica per 10 litri di acqua, anche piovana.
Una volta riempito di acqua e ortiche, il macerato va fatto riposare e mischiato ogni due giorni: il contenitore resterà aperto, ma è necessario applicare un panno per evitare l’attacco di insetti. 
I tempi di macerazione variano a seconda delle temperature: generalmente, dopo due o tre settimane circa il macerato è pronto. Un elemento da tenere d’occhio per regolarsi sono le bolle della fermentazione: quando spariscono, è il macerato è maturo. 
Se si prolunga la macerazione, il composto accentuerà la sua azione fertilizzante.
Per bloccare la fermentazione, bisogna aggiungere al macerato un po’ di aceto: il 2-4% rispetto al totale. Una volta pronto si può usare il macerato per un anno e mezzo, chiuso e ben conservato: nel caso in cui ci siano residui di pianta, prima di utilizzarlo è comunque necessario filtrarlo.


Il macerato di equiseto


L'equiseto è una pianta spontanea che cresce nei terreni umidi o sulle rive dei fossi ed è molto diffusa, in gran parte dell'Italia. 
L’equiseto rinforza le piante contro le malattie crittogamiche perché contiene tantissimo silice che va a rinforzare i tessuti delle piante orticole e aiuta a renderle meno sensibili a muffe e funghi (peronospora, marciume radicale, mal bianco;..).
Dell’equiseto si utilizza tutta la pianta senza le radici, nella quantità di 1 kg (pianta fresca) o 150 g (pianta secca) per ogni 10 litri di acqua.
Il macerato di equiseto si realizza lasciando fermentare in un contenitore acqua e la piante stessa.
Le piante possono essere immerse intere oppure spezzettate, secondo la dimensione del vostro secchio. Se immerse intere è meglio togliere la radice.
Occorre rimescolare di tanto in tanto e dopo circa 7 giorni le erbe introdotte si macerano, fermentando leggermente.
A questo punto il macerato è pronto: le foglie risultano sciolte, si intravedono appena le nervature e il colore è ancora verde.
Si filtra e si diluisce con altra acqua fino a 40 volte, ovvero 1 litro di macerato si diluisce in 40 litri di acqua.


L'utilizzo dei macerati

Entrambi i macerati possono essere utilizzati direttamente sulla foglia, sul colletto delle piante o sul terreno.
L'uso anti parassitario deve essere effettuato con una diluizione elevata del macerato in acqua.
Una diluizione minore sarà necessaria per l'uso al colletto, e ancora minore per l'uso come fertilizzante.

lunedì 27 marzo 2017

Orto permaculturale da zero senza zappa? Possibile (II° parte): la semina, le consociazioni, la pacciamatura e la banca del seme


Nel post precedente ho parlato della costruzione dei bancali.
Una volta realizzati e trascorsi un pò di mesi si può procedere alla semina diretta o al trapianto di piantine da vasetto.
Ci si accorge che la terra è pronta dal colore (che col tempo cambia e diventa scuro) e dalla presenza dei lombrichi, veri costruttori e miglioratori del terreno.
Va inoltre detto che l'umidità velocizza tempi, perciò bagnando il bancale l'acqua stessa accellererà la decomposizione dello strato erba tagliata-cartone.
Con un pò di esperienza risulterà immediato distinguere un bancale pronto alla semina.


La semina


La semina può essere di due tipi: a spaglio direttamente sul terreno o in semenzaio (in questo caso ci sarà da effettuare il trapianto).
Fondamentale per entrambe è la luna.
La regola fondamentale da seguire è la seguente: in luna crescente si semina tutto ciò che si vuole vada velocemente in semenza (cioè la piante di cui si mangia la bacca o il fiore), mentre in luna calante si semina tutto ciò che si vuole non vada in semenza velocemente (cioè le varietà di cui si mangia la parte aerea o la radice).
Per intenderci esempi di specie da semina in luna crescente sono le solenacee (pomodori, melanzane, peperoni, le patate sono escluse essendo tuberi), i cavoli (cappuccio, verza, broccoli,...),i legumi (piselli, fagioli, ceci, fave,...), mais, i cereali (frumento, orzo, segale, farro,...).
Esempi di specie da semina in luna calante sono: lattughe, invidie, radicchi, rape, finocchi, bietole, barbabietole, rapanelli, cipolle, aglio. 
Con luna crescente si intende l'intervallo tra tre giorni dopo luna nuova fino a tre giorni prima la luna piena. Con luna calante si intende l'intervallo tra tre giorni dopo la luna piena e tre giorni prima della luna nuova. 
Va inoltre detto che il periodo migliore per la semina è tra il quarto e il decimo giorno dal cambio di luna. 
E' fortemente sconsigliato fare operazioni a cavallo del cambio di luna.
Questo perchè la luna è una calamita di energia e nel top del suo "lavoro" può avere effetti molto diversi da quelli che cerchiamo.
Per i trapianti da semenzaio a terra è consigliato effettuarli in luna calante, così come la raccolta (quando possibile).
Re-imparare a osservare la luna e "lavorarci insieme" è fondamentale nell'orto. Farlo permette di migliorare la produzione e non sprecare energia inutile.
Un'ultima cosa sulla semina è che la posizione del seme nel terreno è importante, ed è fondamentale per le cucurbitacee (il seme di zucche e zucchine del essere con la punta verso il basso) e per l'aglio e la cipolla (con la pancia verso il basso).
Importante è bagnare abbondantemente dopo la semina, per favorire immediatamente la germinazione delle sementi. 


La pacciamatura

Dopo la semina di fondamentale importanza è la copertura del terreno, ovvero la pacciamatura.
Questa può essere di erba tagliata, fieno o paglia. L'importante è che lo spessore sia di qualche centimetro è che l'intera superficie sia coperta.
La pacciamatura permette il mantenimento dell'umidità negli strati sotto di essa, limitando lo spreco dell'acqua dell'irrigazione.
Inoltre limita i danni che il pieno sole dell'estate può fare sul terreno.
Non bisogna infine avere paura che l'ombra generata da essa non faccia germinare i semi. Al contrario il mantenimento dell'umidità farà germogliare molto di più.


Le consociazioni

Altro aspetto fondamentale sono le consociazioni, vale a dire la combinazione di più varietà insieme.
Il tutto perchè ci sono specie che insieme si aiutano e si supportano.
Esistono in internet tabelle molto esaurienti sul tema, quindi non spenderò troppo tempo.
Scrivo solo delle mie preferite, che faccio da anni e che danno ottimi risultati.
Queste sono: legumi con cavoli, solenacee con cavoli, mais con solenacee (in quest'ultima si legano addirittura melanzane, peperoni e pomodori alle piante di mais!), cipolle e solenacee.
Io lascio poi di solito patate, zucche e zucchine (cucurbitacee)  e aglio da soli, poichè chiedono tanto al terreno e se stanno bene non c'è storia per altri vicini.

Per le solenacee e per i legumi sarà poi necessario l'utilizzo di sostegni per evitare la rottura della pianta per il peso delle bacche.
E' bene fare anche attenzione alla corretta raccolta, cercando di specializzarsi nel farla nel modo meno invasivo e più delicato possibile.


La creazione della propria banca del seme 

Un ultimo aspetto, a me molto caro, riguarda la creazione della propria banca del seme.
Da anni ho un archivio personale di semenza del luogo dove sto.
Avere i propri semi è per me un metodo di libertà, nonchè sinonimo di specie autoctone, più resistenti e più forti.
Consiglio a tutti la creazione di una personale banca del seme.
Anche per questo non è tutto immediato.
Qualche consiglio che posso scrivere è: i semi dei pomodori vanno tolti dal pomodoro maturo e devono essere lasciati essiccare con la gelatina annessa, i semi di peperoni e melanzane devono essere tolti con la bacca più che matura, i semi della zucchina devono essere prelevati quando essa è alla massima grandezza e ingiallisce (uguale per la zucca, che però non diventa gialla), i semi del cavolo devono essere tolti quando il baccello è secco e devono essere lasciati asciugare per qualche giorno prima di essere archiviati, e lo stesso procedimento deve essere eseguito per la se3menza di legumi, finocchio, rapa, sedano, bieta, barbabietola, cicoria, invidia e radicchio.
Il miglior modo per conservare il seme è in contenitori che permettano ad essere di respirare
e non essete troppo schiacciati l'un l'altro. In questo ognuno può ingegnarsi, ma l'umidità è la principale creatrice di muffa e quindo la principale nemica della conservazione.
La vita di un seme è di numerosi anni, ma l'anno seguente al raccolto rappresenta il picco della germinabilità.
Consiglio infine la sperimentazione di sempre nuove varietà, soprattutto le varietà antiche e autoctone e il libero scambio-baratto delle semenza.

domenica 26 marzo 2017

Orto permaculturale da zero senza zappa? Possibile (I° parte): la costruzione dei bancali


L'orto, in questo periodo dell'anno e nella vita in generale, è un laboratorio di inter-scambio con la natura; è, personalmente parlando, un'opera d'arte ogni anno diversa, sempre in mutamento.
I colori, gli odori, il vedere la nascita e lo sviluppo delle piantine (da seme)...tutto questo rende l'orto uno dei miei luoghi preferiti.

Fondamentali devono essere la varietà delle specie, la loro convivenza e aiuto reciproco (sinergia) e le rotazioni annuali, per evitare affaticamenti e perdite di fertilità.
Osservando queste poche regole si può tornare a Nutrirsi (con la enne maiuscola) con un netto aumento della qualità del cibo, quindi della propria vita e tutto ciò che questo comporta.
Per me l'orto è tutto tranne che fatica, sofferenza..non può esserlo e non deve diventare una lotta contro la natura. Il detto "l'orto ti vuole morto" è un mito da sfatare e da riconvertire in "l'orto ti vuole vivo, eccome!".
E' chiaro che nulla piove dal cielo; ed essendo l'orto uno spazio umano il lavoro da fare c'è. Personalmente nella mia quotidianità occupa tutto l'anno e segue l'andamento delle stagioni: in inverno si concima, in primavera si semina, in estate si cura e si raccoglie, in autunno si fanno le ultime semine, si continua a raccogliere e si inizia a concimare.
Tutte queste attività, se fatte con i tempi giusti e capendo il proprio orto, richiedono carichi di "fatica" diluiti e piacevoli e rendono il terreno, con gli anni, sempre più fertile e vivo.
Ecco che lo scambio uomo-orto diventa un percorso, un cammino comune, prolungato, di dare-avere.
Il tutto viene di solito racchiuso nelle parole di orto permanente, permaculturale, sinergico,...insomma, il nome non è poi così importante quanto il risultato.


L'orto da zero. Come muoversi?


Tutti sognamo un orto "produttivo", fin da subito, con terra friabile e soffice.
Tutti immaginiamo di buttare il seme e vedere la piantina bella e forte dopo poco.
Bhè, spesso la realtà è più complicata e diversa dai sogni. 
Ma partendo bene si può arrivare prima a buoni risultati.
Iniziando da zero, cioè da un prato incolto, la domanda sorge spontanea: che fare?
Innanzitutto occorre scegliere il prato giusto.
Se l'orto è estivo occorre valutare l'esposizione al vento (che in caso di siccità è molto duro da sopportare); se è invernale occorre un posto che non geli troppo, riparato il più possibile.
La posizione deve essere accessibile, vicino a casa per ridurre l'attacco degli animali selvatici, con acqua a portata di mano.
(Premessa: con un orto sinergico pacciamato il consumo di acqua è molto limitato, ma comunque non se ne può fare a meno).
Una volta stabilito il luogo idoneo occorre pensare a un piccolo impianto di irrigazione, e al posizionamento dei vialetti interni (le uniche zone che verranno calpestate all'interno della zona orto) e alle zone compost.

Poi si passa alla costruzione vera e propria dei bancali.
Un'altra premessa: per me l'uso dei bancali è l'unico che garantisce vita duratura all'orto e, quindi, l'unica via da seguire.
Il consiglio è di farli non troppo grossi. L'ideale è un 1,5 metri di larghezza per non più di 3-4 di lunghezza.
Ma come farli?
Io sconsiglio e odio la zappa.
Il mio metodo è questo: si pone nella zona scelta per il bancale un mucchio di erba tagliata (o scarti vegetali di qualsiasi tipo: potature, foglie, rametti), si copre il mucchio con uno strato di cartoni (o carta) spesso qualche centimetro e sopra ancora a questo si concima.
Si lascia riposare il tutto per un paio di mesi e poi è pronto per l'utilizzo.
Il procedimento sembra complicato, ma con organizzazione non è difficile; più lo spessore  degli strati è alto, più la terra del bancale diventerà buona prima.
Per concimare può essere usato il compost della stagione precedente o letame, possibilmente di cavallo.
Il bancale non verrà mai più calpestato, e ogni anni si concimerà sono gettando materiale organico sopra lo strato superiore.
Bisogna tenere bene a mente che lo strato superficiale del terreno è il più fertile. 
Zappando, arando, fresando lo si va a toccare e lo si rovina. Uno dei segreti per un orto duraturo e in miglioramento costante nel tempo e non intaccare la sua vita organica superiore.
Fatto il primo si può procedere con gli altri.
Per ora è tutto. Nel prossimo post parlerò delle semine vere e proprie e della pacciamatura!

venerdì 17 marzo 2017

I segreti del benessere (a tavola) (IV° parte): i semi di girasole e i semi di zucca

I semi di girasole


I semi di girasole contengono 557 calorie ogni 100 gr. Tra i semi oleosi, sono quelli con il minor apporto calorico e sono composti per circa il 45% da grassi, per il 20-28% da proteine e per circa il 23% da carboidrati.
Nei semi di girasole si trovano grandi quantità di vitamine B1, B2, B6, A, D e E.  
Vi si trova inoltre magnesio, ferro, cobalto, manganese, zinco e rame. Tra gli acidi grassi essenziali vantano un buona presenza di acido clorogenico, acido linoleico e acido folico.

I semi di girasole esistono in tre varietà e ognuna di queste vanta delle proprietà:
- i semi di girasole bianchi sono particolarmente ricchi di acido linoleico (omega-6), un acido grasso essenziale apprezzato per le proprietà antitumorali e per la prevenzione di arteriosclerosi e contro il diabete. L'acido linoleico inoltre favorisce l'accrescimento di massa magra rispetto a quella grassa.
- i semi di girasole neri sono particolarmente ricchi di ferro, manganese e zinco (impiegati nel metabolismo dei grassi e importanti per la crescita) oltre che di fibre.
- i semi di tipo striato sono molto utili per il corretto funzionamento dell'intestino.
In generale, i semi di girasole, sono molto nutrienti senza eccedere nei grassi e per l'alto contenuto di magnesio sono alleati del cuore e potenti antistress.
Sono ottimi per prevenire malattie cardiovascolari e arteriosclerosi.

I semi di girasole sono ottimi crudi in insalata, con muesli, come condimento a primi e secondi. Possono essere utilizzati per pesti e in macedonie.


I semi di zucca


I semi di zucca non solo si mangiano (anche se a volte senza saperlo) ma sono anche ricchi di principi attivi. 
Contengono vitamina E, magnesio, zinco e selenio. 
Il 50% dei semi di zucca è composto da grassi essenziali, il 24% da carboidrati e il 18% da proteine. Contiene in grandi quantità anche la cucurbitina, un amminoacido dalle proprietà vermifughe.
I semi di zucca aiutano anche a trovare la serenità, dissipare lo stress e trovare il sonno perduto.
In essi si trovano la vitamina E (azione antiossidante), la vitamina B2 (aiuta nella produzione di cellule ematiche), vitamina B3 (alleata nel metabolismo di proteine, grassi e carboidrati), vitamina B5, vitamina B6 (azione benefica sul sistema nervoso), vitamina C (antiossidante), vitamina k (regola lo zucchero nel sangue), vitamina J.

La presenza di magnesio è molto proficua per il cuore. Questo minerale migliora tutta la muscolatura del corpo. È inoltre un calmante naturale, cosa che influisce positivamente sul sistema cardiaco e quello nervoso.
Aiutano a riposare meglio di notte. Grazie all’alto contenuto di triptofano, aminoacido precursore della serotonina. In questo modo i semi di zucca non aiutano solo a sconfiggere l’insonnia ma migliorano anche la qualità delle nostre giornate, donandoci una nuova energia.
Mantiene regolare il livello di zucchero nel sangue grazie alla presenza di proteine facili da digerire, della vitamina K e dell’acido oleico (appartenente alla famiglia degli omega.
Sempre l’acido oleico aiuta a prevenire l’aterosclerosi.
L’alto contenuto di omega3 aiuta a prevenire l’invecchiamento e contrasta i tumori. 
La stessa azione viene data dalle vitamine E, vitamine C e le luteine.
Lo zinco rende questo alimento ideale per gli uomini. È ormai più che conosciuta l’azione protettiva che i semi di zucca, in particolare l’olio di semi di zucca, hanno sulla prostata, in particolare sull‘ipersensibilità prostatica benigna.
Sempre lo zinco in collaborazione con i fitosteroli aiuta a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo.
Il ferro dei semi di zucca aiuta a mantenere alta l’energia durante la giornata. 
Attenuano gli stati infiammatori, le irritazioni e i gonfiori.
Possiedono una buona quantità di fibre vegetali, cosa che li rende ideali per regolare le funzioni dell’intestino.
Regolarizza il PH. In pratica combatte l’acidità prodotta da alimenti come zuccheri, carne e altri prodotti raffinati.
Proteggono il nostro intestino dai parassiti grazie alla presenza di cucurbitina. 
Famosa appunto la loro azione vermifuga. Questa è forse una delle proprietà più apprezzate. E’ un classico rimedio naturale contro i vermi intestinali, riesce a farli staccare dalle pareti dell’intestino favorendone così l’espulsione.
Combatte e previene la cistite e le altre infiammazioni che coinvolgono l’apparato urinario. Sembra che aiutino a prevenire anche la formazione di tumori alle ovaie.
Se i vostri bambini soffrono ancor d‘incontinenza notturna, riescono a contrastare questo problema grazie all’azione curativa che hanno sul tono muscolare della vescica.

I semi di zucca si trovano già tostati e confezionati o si possono autoprodurre.
In questo caso basta prendere i semi freschi e metteteli nel forno per 15 minuti circa, 
a temperatura di 80-90°. 
Si possono consumare esattamente come e con i semi di girasole.

lunedì 13 marzo 2017

I segreti del benessere (a tavola) (III° parte): i semi di sesamo


I semi di sesamo appartengono alla pianta dal nome scientifico Sesamun indicum
Questa  viene attualmente coltivata soprattutto in India, Cina e Birmania, ma si trova anche 
in Grecia e in alcune zone del Sud Italia.
Nei semini di sesamo si nasconde una grande riserva di energia. L'elevato contenuto di proteine (18%), carboidrati (20%) e grassi (50%) gli conferiscono un potere calorico di medio-alto (poco meno di 600 kcal per 100g) rendendoli piccole pillole naturali di benessere.
Tra i minerali che caratterizzano i semi di sesamo troviamo magnesio, ferro, selenio, potassio, fosforo, e soprattutto un contenuto alto di calcio.
Questi semi oleosi sono inoltre un'ottima fonte di vitamine del gruppo B.


Le tante proprietà magiche dei semi di sesamo

Grazie all'alto contenuto di calcio, i semi di sesamo sono efficaci nella prevenzione dell'osteoporosi e sono una valida alternativa per chi non può assumere latticini a causa di intolleranze alimentari per rinforzare ossa e denti.
Contengono inoltre acido folico e altre vitamine del complesso B. Apportano acido oleico e acido linoleico, che contribuiscono a mantenere sotto controllo il colesterolo LDL (quello “cattivo”), aiutando ad aumentare il colesterolo HDL (quello “buono”). 
I semi di sesamo fanno molto bene anche al sistema cardiovascolare, grazie al contenuto di lignani, sostanze che aiutano a controllare i valori della pressione arteriosa. 
I semi di sesamo rappresentano, inoltre, un valido alleato per fegato e apparato gastrointestinale.
I semi di sesamo sono ottimi integratori naturali di zinco che rinforza il sistema immunitario (valido aiuto in caso di affaticamento mentale e convalescenza) e selenio che frena l'azione dei radicali liberi. I grassi che compongono questi semi oleosi sono prevalentemente insaturi (omega 6 e omega 3), utili nella prevenzione di malattie cardiocircolatorie.


Come utilizzarli

I semi di sesamo sono ottimi, anzi consigliati, a crudo in insalate, per condire pasta e riso e per arricchire secondi.
In Italia, l'altro uso più noto dei semi di sesamo prevede che vengano incorporati nelle ricette di grissini, pane, cracker e altri prodotti da forno. (Importante: per fare in modo che si "attacchino" all'impasto è necessario bagnare quest'ultimo prima di spargere i semi).
Con i semi di sesamo si possono creare il gomasio e la salsa tahina.


Il Gomasio

Il Gomasio è un prodotto utilizzato nella cucina asiatica e composto da sale marino e semi di sesamo tostati e tritati, a volte arricchito con alghe. 
Nella cucina giapponese è utilizzato talvolta sul riso lessato o sugli onigiri.
Nella cucina orientale il gomasio viene utilizzato come condimento per insalate o salse.
Il sesamo va tostato a fuoco lento in una padella per non bruciarlo. 
Quando i chicchi di sesamo si sfarinano tra le dita è pronto e può essere messo da parte. Successivamente si tosta anche il sale, fino a che i grani non si scuriscono un poco. Una volta tostato anche il sale si può procedere a pestare il tutto assieme in un pestello.
Le proporzioni tra sesamo e sale possono variare, solitamente si utilizza una proporzione di sesamo/sale di 7:1 fino a 10:1.


La Tahina


La Tahina è una salsa derivata dai semi di sesamo bianco, molto diffuso in Grecia, Turchia, Nord Africa e nel Vicino Oriente. Viene detto anche burro di sesamo o crema di sesamo.
I semi di sesamo vengono tostati con delicatezza per evitare che inaspriscano. Vengono quindi triturati e la farina che ne deriva viene allungata con olio di sesamo, fino a formare una pasta, simile al burro di arachidi ma di consistenza fluida.
Ha un sapore tipicamente di noci, con un aroma che ricorda quello delle arachidi, ma è meno dolce e con una nota tostata.